30 marzo 2019 – In ricordo di papà Gian Paolo Ferrari


Vorrei sentire ancora una volta chiamarmi papà…..

Martedì scorso, 26 marzo, è deceduto, all’Ospedale di Bentivoglio all’età di 70 anni, Gian Paolo Ferrari papà di Barbara che vive in Stato vegetativo da 21 anni nella sua casa a San Venanzio di Galliera.

La storia di Barbara è narrata con delicatezza magistrale nel libro a lei dedicato “Sperare sempre” , distribuito dal Resto del Carlino e si suddivide in due periodi: fino all’età di 25 anni Barbara ha vissuto di una vita normale come tutti i nostri ragazzi, poi la notte del 12 giugno 1998 subisce un grave incidente e da quel giorno la sua vita non sarà più normale. Gian Paolo abbandona il suo lavoro per dedicarsi completamente a Barbara e con il suo dinamismo e volontà trasmette alla famiglia la speranza del risveglio di Barbara.

E’ una speranza contagiosa, che scalda i cuori. Riavere Barbara e sentirsi chiamare ancora una volta papà. Parlare di nuovo con lei, ascoltare la sua voce, vedere i suoi occhi fissarsi nei miei e non più scivolare via annebbiati nel vuoto. Sono emozioni che Gian Paolo vorrebbe provare ancora. E allora si attiva supportato da questo pensiero e porta Barbara in Austria alla clinica Hockriz, poi in Svizzera, ritorna i Austria a ottobre dello scorso anno, organizza la fisioterapia, la pet terapy, la idroterapia, condividendo giorno dopo giorno e notte dopo notte la vita di Barbara.

La settimana prima del suo decesso mi ha confidato: “ Ho voluto essere un padre fedele, sempre presente per la mia bambina, un padre che riesce a compiere questo duro viaggio rimanendo sempre al suo fianco e non lasciandola mai ”.

Ho avuto occasione in questi anni, grazie all’associazione Insieme per Cristina (dedita all’assistenza delle famiglie con persone in stato di minima coscienza) di conoscere, tre papà meravigliosi che definisco eroi perché in realtà lo sono nella vita: Romano Magrini papà di Cristina in stato vegetativo da 38 anni, Faustino Quaresmini, papà di Moira in Stato vegetativo da 18 anni e il grande Gian Paolo, papà di Barbara. Sì lo posso dire, per me sono eroi, perché la società ha molto da imparare da queste persone: sacrificio e un cuore che tramette amore e di principi forti nel rispetto alla vita che è poi un rispetto all’uomo e riconoscimento della grandezza del Creatore. La vita ci è stata data da Dio e dobbiamo riconsegnarla a Lui quando vorrà.

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Mi piace riportare la dedica che Gian Paolo ha voluto inserire nel libro “Sperare sempre” dedicato a Barbara:
In queste pagine ho dato testimonianza della mia storia di padre accanto alla mia incredibile figlia Barbara, non per chiedere pietà o compassione, la mia priorità è informare, far sapere a tutti che esiste una forza innata dentro di noi che ti permette di continuare a vivere, di continuare a lottare, di continuare ad essere un padre fedele, sempre presente, un padre che, con grande amore che ha dentro di sé, riesce da 21 anni a compiere questo viaggio accanto a Barbara. La nostra vita è un viaggio da compiere, un cammino verso una meta, un percorso con una partenza ed un arrivo ignoto ”.
Ora Barbara sarà collocata in un Istituto di lungodegenza in quanto che con la dipartita del suo papà Gian Paolo non ci saranno presupposti organizzativi per trattenerla a domicilio. Barbara sentirà la mancanza del suo papà? Sicuramente sì, gli mancherà l’amore che trasmetteva Gian Paolo che per lei voleva dire una sicurezza vissuta per 21 anni.
Caro Gian Paolo, te ne sei andato senza sentirti ancora una volta chiamare papà.

GIANLUIGI POGGI

(Presidente dell’associazione “Insieme per Cristina Onlus” – www.insiemepercristina.it)